domenica 4 settembre 2011

ZANOTELLI BACCHETTA SPERANZA

Gazzetta del sud - 04/09/2011

Sciupiamo troppo cibo e troppe energie
Natale (Fnsi):
«Il populismo mediatico non ha bisogno d'informazione seria, ma solo svuotata di contenuti»

di Maria Scaramuzzino

«Dobbiamo riparare ai danni che abbiamo fatto e assumercene tutta la responsabilità parlando ai giovani, mobilitando la piazza e costruendo la speranza dal basso, organizzandoci insieme». Così padre Alex Zanotelli, missionario comboniano, che ha partecipato al dibattito serale della seconda giornata di "Sbilanciamoci", la rassegna che s'è conclusa ieri. In Piazzetta San Domenico il religioso ha dibattuto sul tema "Contro la crisi e il neoliberismo, un'altra globalizzazione", insieme a tanti altri ospiti, tra cui Vittorio Agnoletto del Genoa social forum e Roberto Natale presidente della Federazione nazionale della stampa.

Zanotelli si è complimentato col Comitato per l'acqua pubblica che a Lamezia e in tutta la regione ha fatto un lavoro egregio in vista del referendum. Il missionario comboniano ha poi sottolineato: «Non è concepibile che un Comune come Lamezia non porti la Sorical in tribunale; mi meraviglio che si accetti la decisione della Regione di ampliare la discarica di Pianopoli e poi si parli di differenziata».

A questo proposito il sindaco Gianni Speranza, presente al dibattito, ha ricordato che «dopo il referendum sull'acqua il governo comunale ha approvato due delibere che sanciscono un principio fondamentale, cioè che l'acqua è un bene comune e sulle nuove modalità di pagamento per il servizio idrico». Speranza ha anche annunciato che la Multiservizi ha dato mandato ad un legale per aprire un contenzioso con la Sorical. Zanotelli ha aggiunto: «Il pianeta sta scoppiando. La sfida generazionale che attende tutti noi è costruire una nuova economia basata sulle fonti energetiche rinnovabili e sul riciclo dei materiali. Operazioni», secondo padre Alex, «da accelerare a gran velocità». Dall'analisi, l'intervento del religioso è poi passato alle proposte: «Sollecitiamo un cambiamento di stile di vita, consapevole e sobrio nei consumi. Sciupiamo troppo cibo e troppa energia». Roberto Natale ha posto l'attenzione sulla crisi anche a livello di comunicazione: «Viviamo in un tempo in cui il populismo mediatico non ha bisogno di informazione seria, di chi pone domande e problemi, ma piuttosto di un'informazione svuotata dai contenuti». Per il presidente di Fnsi «attualmente in Italia il servizio pubblico d'informazione è al livello più basso della sua credibilità». Dal canto suo Agnoletto ha ricordato che qualche anno fa il movimento di cui è a capo «in tempi non sospetti aveva previsto senza essere ascoltato che la finanziarizzazione dell'economia avrebbe portato ad una crisi senza precedenti, proprio quella in cui ora tutto il mondo sta sprofondando». Durante la mattinata della seconda giornata, nella biblioteca di Palazzo Nicotera, s'è parlato di "Quale modello di sviluppo per il Mezzogiorno e l'Italia" in cui Tonino Perna, docente dell'Università di Messina, ha ribadito la necessità che il Paese riduca drasticamente l'acquisto di petrolio e intensifichi le ricerche e l'utilizzo sulle energie rinnovabili di cui il Sud può disporre in larga misura grazie alle sue condizioni climatiche. «In questo modo potrebbe avviarsi un'altra economia», ha ribadito Perna, «senza assistenzialismo, come invece è avvenuto per anni nelle regioni del Sud che hanno ricevuto fondi a pioggia da enti vari e anche dall'Unione europea senza creare produttività ma solo fallimenti e aziende fantasma». Altra fonte di possibile ricchezza economica, secondo il docente universitario, potrebbe essere l'agroalimentare visto che nelle regioni meridionali il 30% delle terre è abbandonato. Ciò senza dimenticare il turismo, altra risorsa importante per il Mezzogiorno che ha bellezze storiche, archeologiche e naturalistiche ma che accoglie una bassa percentuale degli stranieri che ogni anno visita l'Italia. Marina Galati, in rappresentanza della comunità "Progetto Sud", ha lanciato la proposta di pensare e concretizzare nuove «trasgressioni» intese come progetti propositivi «che dovrebbero avere la funzione di grimaldello per scardinare cattive abitudini, pratiche desuete che ormai non hanno più ragione di essere in una società globalizzata dove il welfare è stato smantellato». Secondo Galati l'obiettivo dovrebbe essere quello di «ricostruire le reti locali per avviare forme diverse di mutualità e quindi per avere voce e peso nei confronti del governo centrale». Per Domenico Cersosimo, economista dell'Università di Cosenza, il problema della crescita del Sud non è più di natura economica ma sociale. «La questione non riguarda le risorse che ormai vengono sempre meno, ma quelle programmate male, o che non esistono affatto sono le politiche sociali e di cittadinanza attiva».

Nessun commento:

Posta un commento