Il Domani - 9 febbraio 2007
Prosegue con determinazione l’attività del comitato territoriale “Acqua bene comune”che lancia strali contro il sindaco Speranza
“Servizio idrico? No alla gestione privata”
“Esprimiamo la nostra netta insoddisfazione per la mancata convocazione del Consiglio comunale”
Prosegue con determinazione l’attività del “comitato Acqua bene comune” di Lamezia Terme. L’impegno del comitato, ribadiscono i promotori Lamezia Terme 7 febbraio 2007 Continua con determinazione l’attività del Comitato Acqua Bene Comune di Lamezia Terme. L’impegno del comitato, ribadiscono i promotori, ha un duplice obbiettivo: contribuire alla campagna nazionale di raccolta firme sulla proposta di legge nazionale di iniziativa popolare “Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico” e, sconfiggere il tentativo di affidare il Servizio Idrico Integrato della nostra provincia ad un soggetto privato. Il comitato esprime tutta la sua soddisfazione per l’obiettivo di 50.000 raggiunto in tutto il Paese in meno di un mese, così come, è soddisfatto delle oltre 400 firme raccolte a Lamezia in soli due banchetti. Un risultato quello nazionale e quello locale che evidenzia come i cittadini siano molto attenti e interessati ad un tema così importante come la gestione del Servizio Idrico Integrato e che dimostra l’insensatezza di molte assemblee elettive (Consigli Comunali) che non sentono il bisogno di discutere e appassionarsi a questi temi. E’ di questi giorni la notizia che i consigli comunali di due piccoli centri della provincia, Taverna e Sant’Andrea Apostolo sullo Ionio, hanno dedicato un seduta del loro consiglio comunale ad una discussione approfondita sulle politiche messe in campo dall’Ato n. 2 di Catanzaro ed hanno approvato degli ordini del giorno a favore della gestione totalmente pubblica del Servizio Idrico Integrato. Il Comitato, esprime, la sua insoddisfazione per la mancata convocazione, cosa del resto promessa dal Sindaco, del consiglio comunale di Lamezia Terme per una discussione approfondita in merito alle politiche perseguite dall’Ato. Il Comitato esprime un giudizio fortemente negativo anche sull’ultima conferenza dei Sindaci dell’Ato che ha ridotto la discussione solo a due proposte apparentemente alternative. La Conferenza è stata impegnata a discutere della procedura negoziata per l’affidamento per 25 anni del servizio ad un soggetto privato o, in alternativa, dell’indizione di una gara per la gestione di un anno del solo segmento della depurazione. Una discussione, dunque, nella quale nessuno ha sentito il bisogno di prospettare come unica vera scelta la gestione totalmente pubblica del Servizio Idrico Integrato. Riteniamo questa – proseguono gli esponenti del comitato - una fase storica, nella quale si pongono le basi per il futuro governo dell’acqua in tutti i comuni della Provincia di Catanzaro. Per questo ci stiamo battendo per la gestione totalmente pubblica dell’acqua. I risultati – disastrosi nel paesi del “terzo mondo”, ma pessimi anche in paesi europei come la Gran Bretagna e la Francia, dove gran parte dei servizi idrici sono stati privatizzati – sono facilmente immaginabili: tariffe raddoppiate o triplicate, esclusione dal servizio degli utenti poveri, manutenzione e controlli scarsi, massicce riduzioni degli organici, frequenti inefficienze, scarsa trasparenza, corruzione, rapporti impari tra imprese gigantesche e amministrazioni locali deboli. In alcuni casi – ad Atlanta (Usa), Grenoble (Francia) o a Napoli - l’acqua, dopo le disastrose prestazioni dei privati, è stata nuovamente municipalizzata. Del resto, le esperienze svedesi, olandesi e di tante realtà italiane dimostrano che una gestione pubblica efficiente, equa e sostenibile è assolutamente possibile. Come si vede un dibattito fondamentale a livello mondiale che, stranamente, non trova priorità nell’agenda politica delle nostre amministrazioni. Preoccupanti ci appaiono in tema di trasparenza e di partecipazione le continue voci su incontri tra amministratori e soggetti privati e sulle ipotesi paventate in un recente comunicato stampa che prevede “che nella “Società di scopo” potessero entrare risorse imprenditoriali pubbliche e private più radicate sul territorio provinciale (Multiservizi, Ambiente e Servizi, ecc.)”. Ecco perché chiediamo pubblicamente agli amministratori e, in questo caso agli amministratori delle società pubbliche il massimo della trasparenza in merito a queste vicende. Così come chiediamo a quegli amministratori che attraverso la stampa hanno dichiarato di essere favorevoli alla gestione pubblica di essere coerenti con le loro dichiarazioni, di non disertare la conferenza di sindaci e di battersi fino in fondo anche in quella sede per la gestione interamente pubblica dell’intero ciclo delle acque. Chiediamo, infine, a tutti i consiglieri provinciali di essere altrettanto coerenti con il voto espresso nella seduta del 17 ottobre 2005 a favore di una mozione, votata all’unanimità, che tra l’altro impegnava il Presidente della Giunta provinciale a: mantenere sotto controllo pubblico il ciclo integrato dell’acqua compresi il capitale ed i servizi ad essa collegati (infrastrutture e insieme dei servizi di captazione, adduzione, distribuzione, fognatura e depurazione); sostenere la costituzione negli ATO dei Consigli dei Cittadini, con poteri effettivi di partecipazione alle decisioni designati da organizzazioni rappresentative della società civile; favorire la costituzione di Comitati Consultivi, a livello di Comuni, a sostegno e rafforzamento delle istituzioni dei democrazia rappresentativa.
IL COMITATO Fanno parte del comitato territoriale “Acqua bene comune” di Lamezia Terme numerose associazioni e anche partiti politici, impegnati tutti nella difesa del mantenimento del servizio pubblico. Questo l’elenco completo: Comunità Progetto Sud, Partito della Rifondazione Comunista, Libera, Rosa nel Pugno, Sinistra DS per il Socialismo (area Salvi), Circolo Arci Rua Sao Joau, Rdb/CUB, Pax Christi, Arci Territoriale, Giovani Comunisti, Legambiente, Cittadinanzattiva, Acu (Associazione Consumatori Utenti), Acli, Amici della Terra.
Prosegue con determinazione l’attività del comitato territoriale “Acqua bene comune”che lancia strali contro il sindaco Speranza
“Servizio idrico? No alla gestione privata”
“Esprimiamo la nostra netta insoddisfazione per la mancata convocazione del Consiglio comunale”
Prosegue con determinazione l’attività del “comitato Acqua bene comune” di Lamezia Terme. L’impegno del comitato, ribadiscono i promotori Lamezia Terme 7 febbraio 2007 Continua con determinazione l’attività del Comitato Acqua Bene Comune di Lamezia Terme. L’impegno del comitato, ribadiscono i promotori, ha un duplice obbiettivo: contribuire alla campagna nazionale di raccolta firme sulla proposta di legge nazionale di iniziativa popolare “Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico” e, sconfiggere il tentativo di affidare il Servizio Idrico Integrato della nostra provincia ad un soggetto privato. Il comitato esprime tutta la sua soddisfazione per l’obiettivo di 50.000 raggiunto in tutto il Paese in meno di un mese, così come, è soddisfatto delle oltre 400 firme raccolte a Lamezia in soli due banchetti. Un risultato quello nazionale e quello locale che evidenzia come i cittadini siano molto attenti e interessati ad un tema così importante come la gestione del Servizio Idrico Integrato e che dimostra l’insensatezza di molte assemblee elettive (Consigli Comunali) che non sentono il bisogno di discutere e appassionarsi a questi temi. E’ di questi giorni la notizia che i consigli comunali di due piccoli centri della provincia, Taverna e Sant’Andrea Apostolo sullo Ionio, hanno dedicato un seduta del loro consiglio comunale ad una discussione approfondita sulle politiche messe in campo dall’Ato n. 2 di Catanzaro ed hanno approvato degli ordini del giorno a favore della gestione totalmente pubblica del Servizio Idrico Integrato. Il Comitato, esprime, la sua insoddisfazione per la mancata convocazione, cosa del resto promessa dal Sindaco, del consiglio comunale di Lamezia Terme per una discussione approfondita in merito alle politiche perseguite dall’Ato. Il Comitato esprime un giudizio fortemente negativo anche sull’ultima conferenza dei Sindaci dell’Ato che ha ridotto la discussione solo a due proposte apparentemente alternative. La Conferenza è stata impegnata a discutere della procedura negoziata per l’affidamento per 25 anni del servizio ad un soggetto privato o, in alternativa, dell’indizione di una gara per la gestione di un anno del solo segmento della depurazione. Una discussione, dunque, nella quale nessuno ha sentito il bisogno di prospettare come unica vera scelta la gestione totalmente pubblica del Servizio Idrico Integrato. Riteniamo questa – proseguono gli esponenti del comitato - una fase storica, nella quale si pongono le basi per il futuro governo dell’acqua in tutti i comuni della Provincia di Catanzaro. Per questo ci stiamo battendo per la gestione totalmente pubblica dell’acqua. I risultati – disastrosi nel paesi del “terzo mondo”, ma pessimi anche in paesi europei come la Gran Bretagna e la Francia, dove gran parte dei servizi idrici sono stati privatizzati – sono facilmente immaginabili: tariffe raddoppiate o triplicate, esclusione dal servizio degli utenti poveri, manutenzione e controlli scarsi, massicce riduzioni degli organici, frequenti inefficienze, scarsa trasparenza, corruzione, rapporti impari tra imprese gigantesche e amministrazioni locali deboli. In alcuni casi – ad Atlanta (Usa), Grenoble (Francia) o a Napoli - l’acqua, dopo le disastrose prestazioni dei privati, è stata nuovamente municipalizzata. Del resto, le esperienze svedesi, olandesi e di tante realtà italiane dimostrano che una gestione pubblica efficiente, equa e sostenibile è assolutamente possibile. Come si vede un dibattito fondamentale a livello mondiale che, stranamente, non trova priorità nell’agenda politica delle nostre amministrazioni. Preoccupanti ci appaiono in tema di trasparenza e di partecipazione le continue voci su incontri tra amministratori e soggetti privati e sulle ipotesi paventate in un recente comunicato stampa che prevede “che nella “Società di scopo” potessero entrare risorse imprenditoriali pubbliche e private più radicate sul territorio provinciale (Multiservizi, Ambiente e Servizi, ecc.)”. Ecco perché chiediamo pubblicamente agli amministratori e, in questo caso agli amministratori delle società pubbliche il massimo della trasparenza in merito a queste vicende. Così come chiediamo a quegli amministratori che attraverso la stampa hanno dichiarato di essere favorevoli alla gestione pubblica di essere coerenti con le loro dichiarazioni, di non disertare la conferenza di sindaci e di battersi fino in fondo anche in quella sede per la gestione interamente pubblica dell’intero ciclo delle acque. Chiediamo, infine, a tutti i consiglieri provinciali di essere altrettanto coerenti con il voto espresso nella seduta del 17 ottobre 2005 a favore di una mozione, votata all’unanimità, che tra l’altro impegnava il Presidente della Giunta provinciale a: mantenere sotto controllo pubblico il ciclo integrato dell’acqua compresi il capitale ed i servizi ad essa collegati (infrastrutture e insieme dei servizi di captazione, adduzione, distribuzione, fognatura e depurazione); sostenere la costituzione negli ATO dei Consigli dei Cittadini, con poteri effettivi di partecipazione alle decisioni designati da organizzazioni rappresentative della società civile; favorire la costituzione di Comitati Consultivi, a livello di Comuni, a sostegno e rafforzamento delle istituzioni dei democrazia rappresentativa.
IL COMITATO Fanno parte del comitato territoriale “Acqua bene comune” di Lamezia Terme numerose associazioni e anche partiti politici, impegnati tutti nella difesa del mantenimento del servizio pubblico. Questo l’elenco completo: Comunità Progetto Sud, Partito della Rifondazione Comunista, Libera, Rosa nel Pugno, Sinistra DS per il Socialismo (area Salvi), Circolo Arci Rua Sao Joau, Rdb/CUB, Pax Christi, Arci Territoriale, Giovani Comunisti, Legambiente, Cittadinanzattiva, Acu (Associazione Consumatori Utenti), Acli, Amici della Terra.
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