Il Coordinamento Calabrese Acqua Pubblica “Bruno Arcuri”, in diversi incontri con cittadini ed Amministratori calabresi, ha denunciato l’illegittimità dell’applicazione delle tariffe idriche ai Comuni Calabresi da parte della società So.Ri.Cal. S.p.A.; addirittura nello scorso mese di marzo è stata organizzata, congiuntamente al Codacons Calabria, una conferenza stampa a Sellia Marina proprio sulla questione-tariffe. Le normative Nazionali vigenti in materia di adeguamento tariffario sono di esclusiva competenza dello Stato, gli aumenti tariffari devono quindi rispettare le vigenti norme statali e, nel caso specifico, le delibere emanate dal C.I.P.E. Sull’argomento, nell’ultimo anno, sono intervenute ben 3 sentenze della Corte Costituzionale (n.246 del 24/07/2009, n.29 del 4/02/2010 e n.142 del 23/04/2010) che hanno ribadito che le regole per la determinazione della tariffa idrica sono fissate esclusivamente dal Legislatore Statale e dichiarato l’illegittimità dei parametri stabiliti dalle Regioni. Viceversa, come più volte denunciato dal Coordinamento, le tariffe applicate nei confronti dei Comuni Calabresi, a tutto il 31 dicembre 2008 e rispetto a quelle previste dalla normativa Nazionale vigente, hanno determinato aumenti superiori al 20% con maggiori importi richiesti da Sorical alle Amministrazioni Comunali Calabresi quantificabili in circa 30 milioni di euro. Inoltre su nostra iniziativa, in merito a questa importante vicenda, nei giorni scorsi, il comune di Borgia ha dato mandato al Sindaco di promuovere, davanti all’autorità giudiziaria, l’azione per il recupero delle somme pagate e non dovute alla Sorical S.p.A. Il Coordinamento Calabrese “Bruno Arcuri” da quasi un mese ha messo al corrente della questione, richiedendo un incontro a tutt’oggi non accordato, il presidente regionale dell’A.N.C.I., avvocato Perugini, perché possa attivare le dovute iniziative nell’interesse esclusivo dei Cittadini e delle Amministrazioni Calabresi. Per quanto riguarda la problematica lametina, in particolare della Multiservizi, il debito della società stessa, per quello che si apprende dai giornali, è sicuramente inferiore alla somma effettivamente dovuta, per la fornitura di acqua potabile, ai sensi della normativa vigente in materia. Nella nostra città si è dimostrato che una gestione pubblica delle nostre acque è possibile; adesso bisogna soltanto trasformare la Multiservizi in una società di diritto pubblico per la quale, come noto, l’obiettivo è quello del pareggio di bilancio: nessun profitto deve essere realizzato con la gestione di un Bene Comune. Questo è quello che chiede il Comitato acqua Pubblica e i tanti lametini che hanno sollecitato al primo cittadino un consiglio comunale monotematico sull’acqua e la modifica dello Statuto per ribadire, a chiare lettere, che con le nostre acque nessuno può realizzare profitti. Alla luce di queste considerazioni è ovviamente incomprensibile come, viceversa, il comune voglia privatizzare la società Multiservizi cavalcando l’onda di un liberismo sfrenato che i lametini hanno detto chiaramente di non volere.
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