venerdì 2 luglio 2010

FERMIAMO LA PRIVATIZZAZIONE DELLA MULTISERVIZI

LETTERA APERTA AI CONSIGLIERI COMUNALI, ALLA GIUNTA ED ALLE FORZE SINCERAMENTE DEMOCRATICHE DELLA CITTÀ

Il comitato acqua pubblica di Lamezia Terme – che ricordiamo essere composto da decine tra associazioni, partiti, collettivi, movimenti cattolici, e singoli cittadini - ha lanciato un appello affinché le forze sociali, politiche e sindacali della città, provassero a fermare l’iter, oramai avviato, della privatizzazione della Lamezia Multiservizi. Apprendiamo - con grande stupore - dalla stampa locale che la CGIL di Catanzaro giustifica le scelte della Giunta Speranza in merito alla privatizzazione della Lamezia Multiservizi come un atto dovuto perché imposto dalla normativa vigente. A tal proposito, ci chiediamo come hanno fatto le regioni, i comuni e le province che nel resto dello Stivale hanno già approvato la delibera di iniziativa popolare ed apportato la modifica dei propri statuti comunali introducendo un apposito articolo dove, in maniera esplicita, viene dichiarato che “l’acqua è un bene privo di rilevanza economica”. Evidentemente regioni come la Puglia e la Valle D’Aosta, province come Torino, Napoli, Fermo, Viterbo e i centinaia di comuni piccoli e grandi sparsi per l’Italia - Calabria compresa - sono tutti delle amministrazioni che hanno violato la legge. Ci è sembrato oltremodo inopportuno da parte del Sindaco non tenere in considerazione minimamente il volere di oltre 700 cittadini che chiedono di poter semplicemente discutere il futuro di un bene come l’acqua che gli appartiene, con un consiglio comunale aperto. Addirittura in tutta risposta abbiamo appreso che mercoledì 7 luglio è stato convocato un consiglio comunale con all’ordine del giorno proprio la privatizzazione della Multiservizi. Senza poi voler essere polemici ma non ci sembra di aver visto, alle riunioni settimanali ed ai banchetti organizzati a Lamezia, un rappresentante della camera del lavoro di Lamezia Terme ed è per questo che ci siamo sentiti in obbligo di chiedere pubblicamente il parere dell’organizzazione sindacale. Ci è sembrato oltremodo fuori luogo l’accusa di voler “privatizzare” il comitato per l’acqua pubblica: invitiamo il Sindaco e la CGIL a partecipare alle ns riunioni settimanali per capire chi siamo, e quale spirito muove le nostre iniziative. Entrando poi nello specifico, noi pensiamo che permettere ai privati di fare un nuovo business sull’acqua sia un atto che debba essere scongiurato, per un semplice concetto che annovera l’acqua tra i beni universali inalienabili e non certamente come una merce. Come, poi, non intuire le forti ricadute che tale privatizzazione avrà sui cittadini di Lamezia Terme a seguito degli aumenti tariffari che la legge impone; questo veramente non lo capiamo! Il comitato di Lamezia Terme ha più volte indicato al Sindaco che la strada da intraprendere è quella dell’inserimento nello statuto comunale di una specifica formula che definisce il servizio idrico integrato quale servizio pubblico locale privo di rilevanza economica. Ciò è pienamente legittimato, in quanto l’Unione Europea demanda ai singoli Stati membri la possibilità di definire quali siano i servizi a rilevanza economica e quali quelli privi e la normativa italiana non si è mai pronunciata esplicitamente in tal senso. Con questa operazione i comuni di riferimento della Lamezia Multiservizi hanno la podestà di decidere quale forma gestionale intendono adottare per la gestione del Servizio Idrico Integrato e, più in generale, di tutti i beni che verranno definiti privi di rilevanza economica. Il passo successivo è quello di affidare il servizio direttamente ad una Azienda Speciale Consortile costituita proprio dai comuni che aderisco alla Multiservizi. Ci teniamo a sottolineare che la Corte Costituzionale (sentenza n. 272 del 27.07.2004) si è già pronunciata in merito alla normativa che disciplina i servizi pubblici locali definendo incostituzionale, ad esempio, l’art. 14 comma 1 e 2 del D.L. 269/2003 e l’art. 113 bis del D. Lgs. 276/2000, cioè di quell’articolo che disciplina proprio i servizi pubblici locali privi di rilevanza economica. La sentenza testualmente dichiara: “il titolo di legittimazione per gli interventi del legislatore statale costituito dalla tutela della concorrenza non è applicabile a questo tipo di servizi, perché in riferimento ad essi non esiste un mercato concorrenziale”. Tale dichiarazione credo sia la giusta risposta a chi dichiara, ancora oggi, di voler aprire ai privati per superare il monopolio pubblico ed aprire alla concorrenza di “validi imprenditori”. La scelta dell’affidamento ad una “Azienda Speciale Consortile” è la sola rispondente ad una gestione realmente pubblica, trasparente e democratica del servizio idrico integrato ed il motivo sta nel senso che un Ente pubblico si muove esclusivamente nell’ambito del diritto pubblico, mentre una S.p.A rientra nell’ambito del diritto privato. Questa differenza non è secondaria e non è solo di principio. Stare nell’ambito del diritto pubblico piuttosto che in quello privato comporta delle ricaduta sociali ed economiche non indifferenti: essere un azienda di diritto privato significa dover rispondere all’obiettivo di produrre degli utili. Un ente di diritto pubblico, invece, ha come unico scopo fornire un servizio efficiente ma con un obiettivo economico non indirizzato al profitto ma al pareggio di bilancio. Tutto ciò non è assolutamente indifferente nel fissare, ad esempio, la tariffazione delle utenze riconoscendo nelle stesse la remunerazione del capitale investivo cioè in termini più espliciti, il profitto al privato! Lanciamo quindi un accorato appello al Sindaco Speranza, ai consiglieri comunali e a tutte le forze sociali e politiche realmente democratiche che credono nella valenza democratica della battaglia contro la privatizzazione dei beni comuni e dell’acqua, affinché diano un segnale concreto a partire dal prossimo consiglio comunale del 7 luglio esprimendo un voto contrario all’approvazione del bando per la immissione sul mercato delle quote societarie della Lamezia Multiservizi. Lanciamo inoltre un invito a discuterne insieme martedì 6 luglio alle ore 18.00 in P.zza Mercato Vecchio dinanzi il teatro Umberto.

SI SCRIVE ACQUA SI LEGGE DEMOCRAZIA!

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