mercoledì 20 ottobre 2010

DELIBERA DI INIZIATIVA POPOLARE: FLOP DEL CONSIGLIO COMUNALE

L’ACQUA E’ UN BENE PUBBLICO LOCALE PRIVO DI RILEVANZA ECONOMICA!
Annullata la seduta del consiglio comunale


Le risposte dello scorso consiglio comunale e del sindaco Speranza continuano ad essere estremamente fumose e lontane da ciò che i 700 cittadini, e con essi il comitato cittadino per l’acqua pubblica, hanno presentato con la delibera di iniziativa popolare.
Prendiamo atto della sostanziale trasversalità del “partito della privatizzazione” e della espressa volontà politica della maggioranza di proseguire lungo la strada della privatizzazione della Lamezia Multiservizi. I tatticismi cui abbiamo assistito martedì sera, oscillanti tra i tentativi di strumentalizzazione ed una serie di bizzarre definizioni sulla rilevanza economica del Servizio Idrico Integrato, hanno avuto come farsesco epilogo l’annullamento della seduta del consiglio comunale per mancanza del numero legale. Prendiamo atto della posizione del Sindaco Speranza - che fra l’altro risulta uno dei firmatari della stessa delibera di iniziativa popolare – che ha dichiarato pubblicamente che il Comune farà ricorso alle tariffe SORICAL dichiarate palesemente illegittime dalla Corte Costituzionale e ci aspettiamo una azione forte in tal senso. Come prendiamo atto che ci è sembrato costruito e artificioso il maldestro tentativo di accampare illegittimità della delibera di iniziativa popolare rispetto alle norme in vigore. Vogliamo ricordare a chi – consiglieri e dirigenti del Comune - hanno definito la proposta di delibera normativamente illegittima che, regioni come la Puglia e la Valle D’Aosta, province come Torino, Napoli, Fermo, Viterbo e centinaia di comuni piccoli e grandi sparsi per l’Italia - Calabria compresa – hanno già deliberato lo stesso atto. A questo punto o sono tutti delle amministrazioni illegali o hanno saputo dimostrare più coraggio e lungimiranza politica dell’amministrazione lametina . E’ altresì preoccupante la anomala procedura messa in atto chiamando ad intervenire direttamente il Dott. D’Ambrosio come Direttore Generale e il Segretario Comunale che dovrebbero appalesare illegittimità su atti successivi derivanti da questo. Nell’arco temporale di pochi giorni si è cercato di combinare e richiamare alcune valutazioni sull’inammissibilità della delibera: su questo il comitato cittadino valuterà l’esistenza degli estremi per un’azione legale. Noi, dal canto nostro, ribadiamo con forza quanto riportato nella delibera di iniziativa popolare: il servizio idrico integrato è un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica, in quanto servizio pubblico essenziale per garantire l’accesso all’acqua per tutti e pari dignità umana a tutti i cittadini, e quindi la cui gestione va attuata attraverso gli Artt. 31 e 114 del D. Lgs. n. 267/2000. Nessuna definizione che non contempli tale dicitura potrà essere accettata, convinti che tale passaggio segni un primo ed importante momento di rottura rispetto alle politiche liberiste messe in campo dai governi degl’ultimi 20 anni. Per rimarcare il concetto segnaliamo che anche il Trattato di Lisbona riserva ai singoli stati membri il potere di fornire, commissionare e organizzare servizi di interesse generale. Sulla base di questa norma gli Stati, o meglio i livelli di governo più bassi (quindi i comuni) in quanto più vicini ai cittadini, sono titolari del potere d'identificare ed organizzare i servizi di interesse generale, scegliendone anche il modello di gestione. Questo significa che i comuni, alla luce del protocollo, potranno attraverso il loro statuto e regolamento consiliare disciplinarne i modelli di gestione, anche attraverso alcune definizioni di principio. Alle luce di tutto ciò ci e’ parso evidente l’obiettivo, da parte della Giunta, della sua maggioranza e del Consiglio, di difendere la scelta della privatizzazione della Lamezia Multiservizi giustificandola con una serie di menzogne come appunto il vincolo normativo. Non approvando la delibera l’unico obiettivo della Giunta Speranza sarà quello di assicurare a tutti i costi l’accesso del soggetto privato in quella che è e resta una delle poche esperienze di gestione pubblica dei servizi locali, la Lamezia Multiservizi. E sia chiaro: il nostro concetto di “gestione pubblica” nulla ha a che vedere con quello che fino agli anni 80 comunemente veniva associato a tale definizione. Noi proponiamo una gestione dal basso e partecipata dove le varie soggettività politiche e sociali, in forma singola ed associata, possano avere un ruolo centrale nelle scelte decisionali. Lanciamo un ultimo appello chiedendo una presa di posizione coerente da parte del Sindaco Speranza e dei tanti consiglieri comunali che hanno sottoscritto sia la delibera di iniziativa popolare che i tre quesiti referendari. Una volta tanto che ascoltassero i cittadini, le associazioni, i movimenti piuttosto che i soliti interessi particolari dei “salotti buoni” lametini.

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