Lo scorso 7 luglio è iniziato il cammino verso la privatizzazione della Lamezia Multiservizi, con la cessione ad un soggetto privato di quote pari al 40%. Questo atto è stato voluto dal Sindaco e dalla sua maggioranza e giustificato come un passaggio obbligatorio legato all’inevitabilità dei vincoli imposti dalla legge. Vincoli quest’ultimi inesistenti come ha più volte ripreso, all’iniziativa cittadina dello scorso 6 luglio, Corrado Oddi del Forum Nazionale dell’acqua nonché membro della segreteria nazionale della CGIL. Con l’approvazione della delibera viene di fatto consegnato in mano ai privati ciò che ancora di pubblico era rimasto nel Servizio Idrico Integrato. Captazione, adduzione e depurazione infatti sono, oramai da anni, gestiti da società private con un risultato veramente pessimo sia in termini di efficienza degli impianti di depurazione sia in termini di equità delle tariffe. Non va poi dimenticato che oltre alla distribuzione idrica saranno privatizzati anche pezzi importanti dei servizi pubblici locali, come il trasporto e i rifiuti, settore - quest’ultimo - sul quale gravitano grandi interessi economici oltre ad essere un settore ecologicamente rilevante per le politiche ambientali del nostro territorio.
MOLTE BUGIE SONO STATE DETTE SU QUESTO PROCESSO DI PRIVATIZZAZIONE!
Il “Patto Parasociale” allegato alla delibera approvata in consiglio comunale parla chiaro: “la carica di amministratore delegato della Lamezia Multiservizi sarà rivestita dal consigliere designato dall’investitore” cioè del socio privato e fra i tanti poteri conferitogli vi è quello di “assumere, nominare e licenziare il personale, in coerenza con le previsioni contenute nei budgets annuali”. Questo comporta - come in tutte le società di diritto privato - che l’assetto del personale è fortemente legato alla produzione ed al profitto. Ci preoccupa, quindi il fatto che soggetti privati possano, in futuro, decidere le sorti occupazionali di oltre 200 lavoratori. Le esperienze passate di privatizzazione, nel Lazio come in Emilia Romagna per portare solo un esempio, hanno segnato un riassetto societario che ha visto la progressiva diminuzione della forza lavoro nelle ex municipalizzate. Sintomatico del basso livello di partecipazione democratica di questa Amministrazione è il non coinvolgimento dei lavoratori e delle lavoratrici su questo delicatissimo processo di trasformazione della Multiservizi ne ci risulta che sia stata indetta nessuna assemblea sindacale. Noi continueremo in questa battaglia di civiltà per riaffermare che l’acqua è un diritto fondamentale dell’essere umano e che non può e non deve essere svenduto a speculatori e affaristi. Chiediamo che nessun profitto venga fatto sui servizi pubblici essenziali per la collettività e che l’unica gestione possibile per il servizio idrico integrato, per i rifiuti, per i trasporti sia quella pubblica, trasparente, democratica e dal basso.
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