Nella nostra città, come nel resto d’Italia, è in atto un lungo processo di privatizzazione che oramai da un ventennio colpisce tutti i servizi pubblici locali, compresa l’acqua. A Lamezia il processo di svendita ai privati della nostra acqua ha una storia che viene da lontano. Nel dicembre del 2006 - nonostante nessun obbligo di legge lo imponesse - la prima Giunta Speranza, avvia di fatto, l’iter di privatizzazione della Lamezia Multiserizi con un processo contraddittorio di acquisizione delle quote di Sviluppo Italia e, simultaneamente, di un impegno di cessione di quote della stessa Multiservizi ai privati mediante l’approvazione di un ordine del giorno proposto dallo stesso Sindaco. A luglio del 2010, “coerentemente” con quanto promesso, viene approvata una delibera dal consiglio comunale dove si da il sostanziale via libera alla svendita della Multiserizi con l’imminente cessione ai privati del 40% delle quote societarie e con l’approvazione dei cosiddetti Patti Parasociali che consegnano nelle mani del socio privato tutti i posti di comando e i reali poteri decisionale su investimenti, tariffe, assunzioni e licenziamenti del personale. Il ruolo strategico della direzione societaria verrà in buona sostanza, accentrato nelle mani del socio privato con tutto il portato negativo che ciò può comportare in termini di riduzione del personale lavorativo, abbattimento degli investimenti e aumento delle tariffe, come ben dimostrano le esperienze di altri comuni e regioni in giro per l’Italia: solo a titolo di esempio, Acea a Roma, Hera in Emilia Romagna e la stessa Sorical in Calabria che, dietro la spinta del socio privato Veolia, ha aumentato illegalmente le tariffe dell’acqua e diminuito considerevolmente gli investimenti sulle nostre reti idriche, ridotte oramai ad un colabrodo. Ricordiamo che la tariffe dell’acqua vengono proposte dalla Sorical S.p.A. ed approvate dalla Regione Calabria; il Coordinamento Calabrese Acqua Pubblica “Bruno Arcuri” ha denunciato da diverso tempo la illegittimità delle tariffe idriche applicate ai Comuni calabresi. A tal proposito ci sono state ben tre sentenze della Corte Costituzionale, oltre una deliberazione della Corte dei Conti della Calabria del 30 giugno 2010, che hanno ribadito l’assoluta competenza statale per gli adeguamenti tariffari dell’acqua. In parole povere gli aumenti applicati hanno comportato, per il Comune di Lamezia Terme e quindi per i suoi cittadini, un aumento ingiustificato di circa 1.200.000,00 euro. A tal riguardo chiediamo se, come annunciato dal Sindaco circa due mesi fa, è stato avviato l’iter per il ricorso contro la Sorical per recuperare il ragguardevole importo. Per impedire l’ennesima beffa ai danni dei cittadini lametini e dei lavoratori della Multiservizi, è stata presentata al Sindaco Speranza ed al Presidente Muraca, una proposta di Delibera di Iniziativa Popolare sottoscritta da oltre 700 cittadini lametini i quali chiedono una serie di impegni amministrativi per arginare la privatizzazione dell’acqua ed in primis che la stessa venga definita un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica. A distanza di circa 7 mesi dalla consegna della delibera popolare, nessuna risposta esauriente è stata data a riguardo, se non un timido e fallimentare tentativo di consiglio comunale aperto poi annullato per mancato raggiungimento del numero legale. A nostro avviso questa vicenda ha portato allo scoperto la oramai decennale perdita di agibilità democratica che sta vivendo la nostra città. Con la mancata approvazione delle delibera di iniziativa popolare, è stata persa una grande opportunità di mettere in pratica la tanto sbandierata democrazia partecipativa voluta dalla Giunta Speranza e dalla sua maggioranza. Nel frattempo però un grande movimento popolare dal basso ha portato a segno un primo importante obiettivo: la raccolta - tra maggio e luglio del 2010 – di circa 1.400.000 firme (record della storia repubblicana) per indire nei prossimi mesi un referendum abrogativo del Decreto Ronchi e ripubblicizzare così il servizio idrico. I cittadini di Lamezia hanno risposto con generosità alla campagna a favore del referendum con un contributo di circa 3000 firme! Nella prossima primavera, quindi, partirà una grande e impegnativa campagna referendaria che porterà tutti i cittadini italiani ad esprimersi contro la privatizzazione dell’acqua. Aiutaci a sostenere la campagna referendaria, a difendere la Multiservizi, a informare tutti i nostri concittadini del pericolo che corrono e del modo per fermarli.
È il momento di schierarsi, di partecipare, di condividere.
Fallo ora!
… perché si scrive ACQUA ma si legge DEMOCRAZIA!
Fallo ora!
… perché si scrive ACQUA ma si legge DEMOCRAZIA!
Nessun commento:
Posta un commento