RETE DIFESA DEL TERRITORIO "FRANCO NISTICO'"
Francavilla Marittima (CS)
10 luglio 2011 - ore 11.00
Cari tutti, se ricevete questo invito vuol dire che in qualche modo avete, vostro malgrado, avete avuto dei rapporti (o potreste averli) con la Rete in Difesa del Territorio “Franco Nisticò”. “Vostro malgrado” perché vuol dire che vi siete accorti di essere sotto attacco, avete un progetto di centrale mega inquinante dietro casa, una discarica, una foresta in via di sparizione, la speculazione edilizia tra le orecchie, o semplicemente vi siete resi conto che ci stanno privatizzando persino l’acqua (nonostante il referendum).
Per questo vi invitiamo alla prossima Assemblea Plenaria dei comitati, dei movimenti, delle associazioni e dei cittadini che compongono la RDT che si svolgerà Domenica 10 Luglio 2011, a partire dalle ore 11:00, presso l’Associazione Skatakatascia, Via Vittorio Emanuele III, Francavilla Marittima (CS).
Come nasce la Rete.
A seguito della grande manifestazione del 24 ottobre 2009 ad Amantea, che ha visto la partecipazione di oltre 30 mila persone giunte da tutta la Calabria, per i movimenti della Calabria si è posta la necessità di coordinare meglio le proprie forze e risorse sparse su tutto il territorio, per cercare di dare un’unica identità alle tante vertenze ambientali. La Calabria è, infatti, disseminata di vertenze ambientali, scandali di cattiva amministrazione e devastazione del territorio, così si è diffusa l’esigenza, da parte di decine di comitati locali, di convogliare le proprie forze ed uscire dall’isolamento, mettendosi in rete con l’obiettivo di creare una unica vertenza ambientale, la vertenza Calabria. Il 6 Dicembre 2009 a Lamezia Terme, viene costituito il Forum Ambientale Calabrese, nome provvisorio, che riuniva movimenti, associazioni, comitati e cittadini, per cominciare un percorso di protagonismo e nuova coscienza rispetto alle tante aggressioni al territorio, da parte di gruppi di potere criminali, industriali senza scrupoli, ‘ndranghetra e politici conniventi. A Lamezia sono seguiti mesi di impegno sulle molteplici tematiche ambientali (dal Ponte sullo Stretto, alle discariche ed ai veleni industriali nel crotonese, alla centrale del Mercure, all’inceneritore di Giois Tauro, etc.). Azioni sul territorio, riflessioni e confronto, la raccolta delle firme per l’Acqua Bene Comune, fino alla seconda tappa del Forum Ambientalista svoltasi a Rossano il 17 e 18 luglio 2010 che ha fatto propria la battaglia contro la riconversione della Centrale Enel a Carbone.
Rete per la Difesa del Territorio “Franco Nisticò”.
La prima decisione assunta dall’assemblea di Rossano, è stata quella di dare al Forum il nome di Rete per la Difesa del Territorio “Franco Nisticò. Abbiamo scelto il nome di Franco, compagno calabrese morto sul palco di Cannitello il 19 dicembre 2009, durante la manifestazione “No Ponte”, che ci ha lasciato con le sue ultime parole un testamento politico preciso: «…i tanti problemi del nostro territorio, il dissesto idrogeologico, i giovani, il lavoro, non hanno bisogno di divisione, ma hanno bisogno di unità. Dobbiamo lottare con forza e tutti insieme sconfiggere chi marcia contro. E allora la speranza siamo tutti noi, vecchi e giovani, per dare insieme una speranza a questa Calabria abbandonata da tutti».
Piattaforma della RDT
La crisi ecologica che investe il pianeta è evidente conseguenza di un sistema in cui tutto, umanità compresa, è stato ridotto a merce. I livelli di inquinamento e di compromissione dell’equilibrio dell’ecosistema non hanno precedenti nella storia, e gli effetti in termini di cambiamenti climatici, riduzione della biodiversità ed impatto sulla salute e sulla qualità della vita sono drammaticamente chiari. In Calabria la mercificazione del territorio viene favorita e alimentata dalla presenza opprimente di una criminalità diffusa e collusa con la classe politica, e da una secolare fame di occupazione e benessere, favorita da una politica nazionale che accentua il dualismo nord-sud, generando così, dal Pollino allo Stretto, una lunghissima serie di catastrofi. L’innegabile presenza di rifiuti nucleari e “navi a perdere” è solo la riprova di come le nostre montagne e i nostri mari per anni abbiano svolto il compito di enormi discariche per scarti illegali e pericolosi. A fronte di questo avvelenamento, l’emergenza ambientale è servita solamente a far proliferare discariche e a progettare inceneritori, mentre il ciclo dei rifiuti si è intrecciato singolarmente con quello dell’acqua, nell’unico grande business dei servizi locali. Così svendiamo le ricchezze del territorio ed assistiamo all’imposizione di inquinanti impianti di produzione energetica – in una regione che da decenni ne esporta grandi più di quanto consuma – mentre non subisce flessioni il business del cemento come negli infiniti cantieri dell’A3, prova generale di ciò cui andremo incontro se malauguratamente saranno avviati gli espropri per la realizzazione del Ponte sullo Stretto. Siamo convinti però che invertire questa rotta è ancora possibile, tessendo legami solidali e di supporto tra le esperienze che in questi anni hanno cercato di dare risposte concrete alle emergenze, ostacolare le speculazioni, bloccare progetti scellerati. Una Rete ambientalista per la vita e contro le devastazioni, per combattere la realtà esistente affrontando temi e percorsi, non solo politici ma anche sociali, che in Calabria significa soprattutto rompere la tenaglia dei poteri economici, criminali e non, con la politica degli interessi della casta calabrese e le loro “relazioni internazionali” che hanno trasformato la nostra regione in una colonia-pattumiera da cui spremere energie e risorse. Le importanti esperienze di lotte territoriali degli ultimi anni hanno dimostrato ampiamente che ovunque le comunità locali si sono ribellate, realizzando forme di democrazia ed azione diretta a difesa dei propri territori, esse sono riuscite a sviluppare una consapevole critica del modello di sviluppo imperante, affinando così le ragioni di un’alternativa radicale fondata sulla tutela dei beni comuni, sulla gestione partecipata dei servizi pubblici; sulla riqualificazione delle terre abbandonate; sull’incentivazione dell’agricoltura di qualità – biologica o naturale – e delle filiere corte; sulla decentralizzazione e la redistribuzione energetica attraverso l’uso di fonti rinnovabili; sull’imposizione, a monte, di produzioni con materiali interamente riciclabili; e a valle, con la raccolta differenziata porta a porta; sulla consapevole modifica di stili di vita e di consumo non più tollerabili, e così via verso modelli sostenibili. La soluzione a lungo termine della crisi ecologica dipenderà dalla capacità di trasformare e riorganizzare la società, riscoprendo forme di politica basate sulla democrazia diretta, sulle assemblee di vicinato e di quartiere, sulla partecipazione reale. Dobbiamo e possiamo stabilire nuovi contesti, fondati su modi di sapere e di produzione qualitativi ed emancipatori, prevedendo una nuova sensibilità verso gli altri. Vogliamo una società non gerarchica, basata sulla complementarità piuttosto che sulla rivalità e su nuove comunità a misura umana e dell’ecosistema in cui ci troviamo – un mondo pubblico nuovo, decentralizzato, autogestito, uno spazio-tempo per nuove forme di autonomia, di democrazia diretta e gestione sociale. Ogni comitato, associazione, gruppo e persona della Rete per la Difesa del Territorio “Franco Nisticò”, si propone con le sue decisioni consapevoli e condivise col resto della Rete a limitare le scelte contrarie allo sviluppo ecologico e sociale della nostra Calabria, proporre modelli alternativi in cui la nostra terra non sia più solo una pattumiera o spazio da cementificare, ma un luogo buono per viverci. Per dare insieme una speranza a questa Calabria abbandonata da tutti.
La speranza siamo tutte e tutti noi.
Per questo vi invitiamo alla prossima Assemblea Plenaria dei comitati, dei movimenti, delle associazioni e dei cittadini che compongono la RDT che si svolgerà Domenica 10 Luglio 2011, a partire dalle ore 11:00, presso l’Associazione Skatakatascia, Via Vittorio Emanuele III, Francavilla Marittima (CS).
Come nasce la Rete.
A seguito della grande manifestazione del 24 ottobre 2009 ad Amantea, che ha visto la partecipazione di oltre 30 mila persone giunte da tutta la Calabria, per i movimenti della Calabria si è posta la necessità di coordinare meglio le proprie forze e risorse sparse su tutto il territorio, per cercare di dare un’unica identità alle tante vertenze ambientali. La Calabria è, infatti, disseminata di vertenze ambientali, scandali di cattiva amministrazione e devastazione del territorio, così si è diffusa l’esigenza, da parte di decine di comitati locali, di convogliare le proprie forze ed uscire dall’isolamento, mettendosi in rete con l’obiettivo di creare una unica vertenza ambientale, la vertenza Calabria. Il 6 Dicembre 2009 a Lamezia Terme, viene costituito il Forum Ambientale Calabrese, nome provvisorio, che riuniva movimenti, associazioni, comitati e cittadini, per cominciare un percorso di protagonismo e nuova coscienza rispetto alle tante aggressioni al territorio, da parte di gruppi di potere criminali, industriali senza scrupoli, ‘ndranghetra e politici conniventi. A Lamezia sono seguiti mesi di impegno sulle molteplici tematiche ambientali (dal Ponte sullo Stretto, alle discariche ed ai veleni industriali nel crotonese, alla centrale del Mercure, all’inceneritore di Giois Tauro, etc.). Azioni sul territorio, riflessioni e confronto, la raccolta delle firme per l’Acqua Bene Comune, fino alla seconda tappa del Forum Ambientalista svoltasi a Rossano il 17 e 18 luglio 2010 che ha fatto propria la battaglia contro la riconversione della Centrale Enel a Carbone.
Rete per la Difesa del Territorio “Franco Nisticò”.
La prima decisione assunta dall’assemblea di Rossano, è stata quella di dare al Forum il nome di Rete per la Difesa del Territorio “Franco Nisticò. Abbiamo scelto il nome di Franco, compagno calabrese morto sul palco di Cannitello il 19 dicembre 2009, durante la manifestazione “No Ponte”, che ci ha lasciato con le sue ultime parole un testamento politico preciso: «…i tanti problemi del nostro territorio, il dissesto idrogeologico, i giovani, il lavoro, non hanno bisogno di divisione, ma hanno bisogno di unità. Dobbiamo lottare con forza e tutti insieme sconfiggere chi marcia contro. E allora la speranza siamo tutti noi, vecchi e giovani, per dare insieme una speranza a questa Calabria abbandonata da tutti».
Piattaforma della RDT
La crisi ecologica che investe il pianeta è evidente conseguenza di un sistema in cui tutto, umanità compresa, è stato ridotto a merce. I livelli di inquinamento e di compromissione dell’equilibrio dell’ecosistema non hanno precedenti nella storia, e gli effetti in termini di cambiamenti climatici, riduzione della biodiversità ed impatto sulla salute e sulla qualità della vita sono drammaticamente chiari. In Calabria la mercificazione del territorio viene favorita e alimentata dalla presenza opprimente di una criminalità diffusa e collusa con la classe politica, e da una secolare fame di occupazione e benessere, favorita da una politica nazionale che accentua il dualismo nord-sud, generando così, dal Pollino allo Stretto, una lunghissima serie di catastrofi. L’innegabile presenza di rifiuti nucleari e “navi a perdere” è solo la riprova di come le nostre montagne e i nostri mari per anni abbiano svolto il compito di enormi discariche per scarti illegali e pericolosi. A fronte di questo avvelenamento, l’emergenza ambientale è servita solamente a far proliferare discariche e a progettare inceneritori, mentre il ciclo dei rifiuti si è intrecciato singolarmente con quello dell’acqua, nell’unico grande business dei servizi locali. Così svendiamo le ricchezze del territorio ed assistiamo all’imposizione di inquinanti impianti di produzione energetica – in una regione che da decenni ne esporta grandi più di quanto consuma – mentre non subisce flessioni il business del cemento come negli infiniti cantieri dell’A3, prova generale di ciò cui andremo incontro se malauguratamente saranno avviati gli espropri per la realizzazione del Ponte sullo Stretto. Siamo convinti però che invertire questa rotta è ancora possibile, tessendo legami solidali e di supporto tra le esperienze che in questi anni hanno cercato di dare risposte concrete alle emergenze, ostacolare le speculazioni, bloccare progetti scellerati. Una Rete ambientalista per la vita e contro le devastazioni, per combattere la realtà esistente affrontando temi e percorsi, non solo politici ma anche sociali, che in Calabria significa soprattutto rompere la tenaglia dei poteri economici, criminali e non, con la politica degli interessi della casta calabrese e le loro “relazioni internazionali” che hanno trasformato la nostra regione in una colonia-pattumiera da cui spremere energie e risorse. Le importanti esperienze di lotte territoriali degli ultimi anni hanno dimostrato ampiamente che ovunque le comunità locali si sono ribellate, realizzando forme di democrazia ed azione diretta a difesa dei propri territori, esse sono riuscite a sviluppare una consapevole critica del modello di sviluppo imperante, affinando così le ragioni di un’alternativa radicale fondata sulla tutela dei beni comuni, sulla gestione partecipata dei servizi pubblici; sulla riqualificazione delle terre abbandonate; sull’incentivazione dell’agricoltura di qualità – biologica o naturale – e delle filiere corte; sulla decentralizzazione e la redistribuzione energetica attraverso l’uso di fonti rinnovabili; sull’imposizione, a monte, di produzioni con materiali interamente riciclabili; e a valle, con la raccolta differenziata porta a porta; sulla consapevole modifica di stili di vita e di consumo non più tollerabili, e così via verso modelli sostenibili. La soluzione a lungo termine della crisi ecologica dipenderà dalla capacità di trasformare e riorganizzare la società, riscoprendo forme di politica basate sulla democrazia diretta, sulle assemblee di vicinato e di quartiere, sulla partecipazione reale. Dobbiamo e possiamo stabilire nuovi contesti, fondati su modi di sapere e di produzione qualitativi ed emancipatori, prevedendo una nuova sensibilità verso gli altri. Vogliamo una società non gerarchica, basata sulla complementarità piuttosto che sulla rivalità e su nuove comunità a misura umana e dell’ecosistema in cui ci troviamo – un mondo pubblico nuovo, decentralizzato, autogestito, uno spazio-tempo per nuove forme di autonomia, di democrazia diretta e gestione sociale. Ogni comitato, associazione, gruppo e persona della Rete per la Difesa del Territorio “Franco Nisticò”, si propone con le sue decisioni consapevoli e condivise col resto della Rete a limitare le scelte contrarie allo sviluppo ecologico e sociale della nostra Calabria, proporre modelli alternativi in cui la nostra terra non sia più solo una pattumiera o spazio da cementificare, ma un luogo buono per viverci. Per dare insieme una speranza a questa Calabria abbandonata da tutti.
La speranza siamo tutte e tutti noi.
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