Un'unica soluzione: ripubblicizzazione partecipata!
Abbiamo assistito, durante tutti il periodo estivo, ad una serie di
attacchi rivolti alla SpA lametina con il chiaro intento di aprire la strada a
qualche “nostrano” soggetto privato, come soluzione alla presunta crisi
aziendale.
La classe politica cittadina - ed
un fantomatico Centro Studi probabilmente ad essa riconducibile - si è dilettata
a sviscerare i dati relativi alla Multiservizi contenuti nel “Rapporto sulle società partecipate degli
Enti Locali”. Quest’ultimo documento, è inutile ricordarlo, ha come
obbiettivo dichiarato quello di distruggere ciò che resta dei servizi pubblici
locali, proponendo la riduzione delle partecipate da 8000 a 1000, tutto quanto in
linea con quanto contenuto nel testo del decreto "Sblocca Italia", pubblicato venerdì scorso dal Governo Renzi.
Si tratta, quest’ultimo, di un provvedimento che segna un deciso
cambio di fase nelle politiche governative rilanciando un piano generale di aggressione
ai beni comuni tramite il rilancio delle grandi opere, la dismissione del
patrimonio pubblico, l'incenerimento dei rifiuti, trivellazioni per la ricerca
di idrocarburi e la costruzione di gasdotti, oltre a semplificare e
deregolamentare le bonifiche.
Dietro la “foglia di fico” della mitigazione del dissesto
idrogeologico (Capo III, art. 7), mirano di fatto alla privatizzazione del
servizio idrico. Il decreto modifica profondamente la disciplina riguardante la
gestione del bene acqua arrivando ad imporre un unico gestore in ciascun ambito
territoriale e individuando, sostanzialmente, nelle grandi aziende e
multiutilities, di cui diverse già quotate in borsa, i poli aggregativi.
Ciò si configura come un primo passaggio propedeutico alla piena
realizzazione del piano di privatizzazione e finanziarizzazione dell'acqua e
dei beni comuni che il Governo - e i suoi accoliti locali - sembra voler
definire compiutamente con la Legge di Stabilità.
Il Comitato Lametino Acqua Pubblica e tutto il Forum Italiano dei
Movimenti per l’acqua Pubblica, denunciano con forza la gravità di questo provvedimento che si pone esplicitamente in
contrasto con la volontà popolare espressa con il referendum del 2011 e
dichiara, sin da subito, una forte mobilitazione per contrastare il tentativo
di privatizzazione dell'acqua e dei beni comuni, a Lamezia come nel resto del Paese, anche rilanciando un nuovo
modello di pubblico che guardi alla partecipazione diretta della cittadinanza e
dei lavoratori alla gestione come elemento qualificante e realmente innovativo.
Per
tutto questo abbiamo accolto positivamente la Delibera di Giunta del 1 settembre scorso (n°279)
che formalizza l’istituzione del Tavolo Tecnico per la creazione
di una Azienda speciale di diritto pubblico per la gestione del Servi zio
Idrico Integrato nonché per l'approfondimento della pubblicizzazione dei
servizi pubblici essenziali.
Il Tavolo tecnico, lo
vogliamo ricordare, ha già avviato i lavori nel novembre del 2013 (ed ha al suo
attivo 4 sedute) con lo scopo di iniziare la stesura del nuovo statuto
che regolamenterà il funzionamento dell’azienda speciale pubblica e partecipata
per la gestione del Servizio Idrico Integrato.
Un risultato ottenuto
grazie ad 8 anni di lotta - spesso dura e spesso proprio contro l’attuale
Amministrazione- contro il tentativo di svendere il 40% della Multiservizi ai
privati. Lotta che il locale comitato ha saputo riportare anche sul piano
nazionale con il coinvolgimento del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua.
Adesso diventa
fondamentale convocare immediatamente un consiglio
comunale aperto che approvi la suddetta delibera, visti i tempi
contratti e, lo vogliamo ricordare, l’estremo ritardo con il quale la Giunta Speranza , è arrivata a
questa scelta strategica per il futuro della Multiservizi, coscienti che questo
è solo il primo passo versa la ripubblicizzazione partecipata e che,
indipendentemente dal colore politico della prossima amministrazione cittadina,
la lotta continuerà.
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