Proviamo a rispondere con calma alle affermazioni contenute nella recente relazione sullo stato del servizio idrico pubblicato, con una nota stampa, dai vertici della Multiservizi.
A noi, come nel nostro stile, non interessa partecipare al teatrino che sta vedendo in questi giorni diverse realtà politiche calcare il palcoscenico mediatico per poter capitalizzare un po’ di consenso politico. Quello che ci interessa denunciare è invece come la politica locale, regionale e nazionale ignori completamente il volere popolare.
E’ stato vinto un referendum nel 2011, esiste una proposta di
legge regionale presentata dal Coordinamento Calabrese Acqua Pubblica ferma in
IV Commissione alla Regione, abbiamo raccolto migliaia di firme per modificare
il nostro statuto comunale; se oggi abbiamo uno strumento come lo statuto che
tutela l’acqua pubblica lo si deve a migliaia di cittadini lametini che hanno
sostenuto la battaglia del Comitato Lametino Acqua Pubblica e che si sono
pronunciati chiaramente per un progetto di gestione pubblica e partecipata del
Servizio idrico Integrato, depurazione compresa (settore per il quale, in
questa sede, non vogliamo aprire una interminabile discussione). Tutti
risultati, dunque, ottenuti con la mobilitazione e le lotte dal basso e non
certamente a colpi di querelle mediatiche.
Entrando nel merito della relazione è innegabile che il Comune di
Lamezia Terme - e con esso la Multiservizi – ha scelto di cedere alle lusinghe
economiche della Sorical durante l’ultimo ricorso al TAR, siglando un accordo
poco prima della sentenza che avrebbe visto capitolare inesorabilmente la
società regionale di fornitura dell’acqua. Ricorso che - vogliamo ricordarlo –
serviva per chiedere il rimborso di ingenti somme, indebitamente richieste
dalla Sorical attraverso l’applicazione di tariffe illegittime. Esborso quindi
illegittimo a cui sono stati sottoposti tutti i comuni-utenti della regione
Calabria. Lamezia compresa.
Invece si è scelto la complicità con la Sorical facendo ricadere
sui cittadini questa nefasta scelta politica. Arrivare alla sentenza
quindi avrebbe assunto un significato politico importantissimo.
Un pronunciamento positivo del TAR avrebbe creato un precedente
“pubblico” al quale tutti i comuni calabresi avrebbero potuto attingere per far
partire una valanga di ricorsi che avrebbero seppellito definitivamente la
Sorical.
Questo è stato un errore (o verosimilmente una scelta politico)
della scorsa Giunta sulla cui onda si sta muovendo anche l’attuale.
L’amministrazione Mascaro ed i vertici della Multiservizi, stanno
provando a tappare qualche falla politica e gestionale tentando di dimostrare
l’indimostrabile: dichiarare, ad esempio, che è inutile ripubblicizzare la
Lamezia Multiservizi SpA perché ente già pubblico risulta di una gravità
inaudita.
Una Società per Azioni per sua natura è
un ente di diritto privato e quindi lontana anni luce dai meccanismi di
gestione di un’azienda di diritto pubblico come, appunto, l’azienda speciale
ABC Napoli che ha al suo interno meccanismi di controllo operaio e
partecipazione popolare. Un Azienda Speciale Pubblica, lo vogliamo ricordare,
che fornisce un quadro di garanzie ai propri dipendenti che nessuna azienda
privata può permettersi.
Non regge altresì la giustificazione
secondo la quale occorrerebbero delle enormi spese di bilancio per rendersi
autonoma da Sorical. Se è pur vero che una scelta virtuosa come la gestione
autonoma, pubblica e partecipata comporti delle spese iniziali importanti, è
altrettanto vero che questa scelta si sarebbe potuta fare sei anni fa, a
ridosso della vittorio referendaria; oggi sicuramente avremmo una situazione di
gran lunga più efficiente ed efficace di quella attuale e non staremmo qui a
discutere di questo.
Anche queste sono scelte che attengono
alla volontà politica di chi amministra questa città: destinare dei fondi
pubblici comunale verso un percorso di ripubblicizzazione dei Servizio Idrico
Integrato piuttosto che - ad esempio - continuare a cementificare la città ed
investire politicamente su un impossibile sviluppo legato al mattone ed ai
palazzinari di questa città, è una chiara indicazione della volontà politica di
chi ci sta amministrando.
Rispetto poi al presunto vincolo
regionale che vedrebbe la Multiservizi ed il comune di Lamezia Terme incastrati
nelle maglie delle scelte regionali, ci chiediamo come mai le amministrazioni
Speranza e Mascaro non hanno sostenuto attivamente la battaglia in Regione dopo
aver deliberato (delibera del consiglio comunale n. 47 del 23.07.2013) il sostegno alla Legge Regionale di
Iniziativa Popolare che proponeva, come ben si sa, una forma di gestione
regionale diametralmente opposta a quella che oggi propone Pallaria ed il
presidente Oliverio?
Ancora, come è facile intuire, le
scelte politiche sono state indirizzate in tutt’altra direzione e cioè quella
di non scontentare chi conduce il gioco alla Regione Calabria perché in una
situazione di confusione politica e del quadro normativa tutti i soggetti
interessati, a partire dai comuni morosi, possono giocare la carta dell’accordo
tra le parti.
Pertanto non ci lusingano tutti i
balletti numerici sulle tariffe applicate dal comune di Lamezia Terme che pare
risultino essere inferiori rispetto a quelle applicate in altre realtà italiane
perché chi ha un minimo di capacità amministrativa e comprende realmente cosa
comporti la gestione dei beni pubblici, sa che paragonare asetticamente i
valori di alcune tariffe con altri non ha nessun senso se non parametrizzati
alla effettiva qualità, efficienza ed efficacia di un qualsivoglia servizio
pubblico.
Ad ogni modo, in questa fase, poco ci
importa concentrarci sui tecnicismi perché abbiamo ampiamente dimostrato essere
tutti superabili; quello che noi invece vogliamo è una gestione pubblica che
preveda forme di partecipazione diretta dei cittadini e dei lavoratori del
settore. Su questa proposta noi continueremo ad organizzare la mobilitazione in
città, perché oggi più che mai
SI
SCRIVE ACQUA, SI LEGGE DEMOCRAZIA!
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