martedì 9 gennaio 2007

IL COMITATO INCONTRA IL SINDACO

Lunedì 8 gennaio, su richiesta del “Comitato Territoriale Acqua Bene Comune” di Lamezia Terme, si è tenuto un incontro con il sindaco Gianni Speranza, con gli assessori Tavella e Cimino e con il Presidente del Comitato d’Amministrazione della Lamezia Multiservizi Miletta. L’incontro è stato chiesto dal Comitato per ribadire la sua netta opposizione a qualsiasi ipotesi di privatizzazione del Servizio Idrico Integrato e per chiedere all’amministrazione comunale di Lamezia Terme di esprimersi, innanzitutto, pubblicamente e poi, in tutte le sedi deputate, a partire dalla conferenza dei sindaci dell’Ato e della Commissione ristretta della stessa, a favore della gestione interamente pubblica del ciclo delle acque. Gli esponenti del comitato nel ribadire la loro avversione all’affidamento ad un gestore privato del Servizio hanno criticato il silenzio che si sta consumando attorno all’iter avviato dall’Ato e hanno denunciato l’assoluta mancanza di coinvolgimento in questa vicenda delle assemblee elettive dei comuni e delle popolazioni locali. Hanno, inoltre, evidenziato i rischi insiti nella gestione privata del servizio che riguardano, così come dimostrano altre esperienze e lo stesso piano dell’Ato, l’aumento delle tariffe per i cittadini della provincia oltre che le garanzie per i lavoratori del settore e nella difesa e preservazione di un bene importante come l’acqua. Il comitato ha ricordato, inoltre, come in questa materia è necessario oltre che corretto, per le coalizioni di centro sinistra al governo delle città, mantenere gli impegni assunti con i cittadini in occasioni dell’ultime elezioni politiche attraverso il programma dell’Unione che recita tra l’altro: “... L'acqua è un bene pubblico prezioso che va protetto in nome della qualità della vita e della salute pubblica. L'acqua per i bisogni primari è un diritto di cui va garan­tita la disponibilità, oggi più che mai minacciata da fenomeni di inquinamento, dal suo uso distorto e dallo spreco. Nel settore cruciale dell'acqua dovranno essere assunti criteri di massima sensibi­lità, di precauzione, di forte investimento programmatico. In questo caso la distin­zione tra rete e servizio è più complessa. Entrambe le funzioni dovranno dunque rimanere pubbliche. Crediamo inoltre nell'assoluta necessità di effettuare robusti investimenti nel potenziamento e ammodernamento delle reti idriche, soprattutto , nel Mezzogiorno, dove i cittadini e gli utenti hanno ancora gravi e diffuse difficoltà di accesso all'acqua...” Nel corso dell’incontro il Comitato ha appreso dagli amministratori lametini che in merito alla gestione del Servizio Idrico Integrato è stata avanzata una proposta al Comune di Catanzaro sulla quale a tutt’oggi non è pervenuta nessuna risposta. Nessuna altra posizione chiara è stata espressa da parte degli amministratori presenti che spesso hanno addossato la responsabilità di quello che sta avvenendo ad altri enti. Il Comitato, dunque, rimane insoddisfatto dell’incontro soprattutto perché non ha ottenuto, così come richiesto, un impegno concreto e preciso in direzione di una iniziativa, fin da subito e in tutte le istanze, per far si che la gestione del ciclo delle acque sia esclusivamente di competenza pubblica. Proprio per la poca chiarezza emersa nell’incontro, alla fine dello stesso, il Comitato ha chiesto agli amministratori presenti una posizione pubblica chiara e definitiva in merito alla gestione dell’acqua. Così come ha chiesto che venga mantenuto l’impegno preso in Consiglio Comunale dal sindaco Gianni Speranza di dedicare una seduta dello stesso esclusivamente alla gestione del Servizio Idrico Integrato. Intanto, il Comitato informa i cittadini che tra qualche giorno inizierà la campagna di raccolta di firme attorno alla Proposta di Legge Nazionale d’Iniziativa Popolare. Una proposta che assume il principio che l’acqua rappresenta l’esempio più evidente di un bene comune a livello mondiale che non si può limitare e rifiutare agli esseri umani ed alle specie viventi. Un bene naturale fondamentale che non può essere sostituito con altre sostanze e sulla quale non esistono, dunque, scelte alternative, anche per questo non può essere, quindi, considerata una merce. Tuttavia, le pressioni ai diversi livelli (internazionale, nazionale e locale), come dimostra la vicenda dell’Ato 2 di Catanzaro, finalizzate ad affermare la privatizzazione e l’affidamento al cosiddetto libero mercato della gestione della risorsa idrica, continuano imperterrite e travalicano trasversalmente le diverse culture politiche ed amministrative. Per questo - afferma il Comitato - arrestare i processi di privatizzazione del ciclo delle acque assume, nel XXI secolo, sempre più la caratteristica di un problema di civiltà, che chiama in causa politici e cittadini, che chiede ad ognuno di valutare i propri atti assumendosene la responsabilità rispetto alle generazioni viventi e future. Questa responsabilità, oggi, dovrà essere maggiore, alla luce dell’allarme lanciato in questi giorni dalla Comunità Europea e dalle Nazioni Unite in merito al mutamento climatico che colpirà in misura maggiore proprio i Paesi del Mediterraneo e il Meridione d’Italia in particolare. Un mutamento che impone una gestione oculata proprio delle risorse idriche che non dovranno essere soggette alle speculazioni del mercato ma che necessitano di politiche pubbliche e partecipate in grado di preservarle e difenderle.

COMITATO TERRITORIALE ACQUA BENE COMUNE DI LAMEZIA TERME
(Comunità Progetto Sud, Libera, Partito della Rifondazione Comunista, Rosa nel Pugno, Sinistra DS per il Socialismo (area Salvi), Circolo Arci Rua Sao Joau, Rdb/CUB, Pax Christi, Arci Territoriale Lamezia Terme, Giovani Comunisti, Legambiente)

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