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A nome del coordinamento, si è espresso Giovanni Di Leo che ha illustrato il percorso che ha portato alla decisione di presentare tale diffida formale: “Riconsegnare l’acqua ai legittimi proprietari, che sono i calabresi”.
L’avv. Salvatore Gullì ha presentato il testo della diffida (in allegato) con la quale si chiede alla Regione Calabria di “assumere tutte le determinazioni propedeutiche a che venga adottato in tempi relativamente brevi (e previa urgente indizione di una conferenza regionale) un testo unico regionale sull’acqua – che recepisca peraltro integralmente l’esito referendario – affinché siano finalmente espunte le disposizioni di legge incostituzionali e contrastanti con la ratio e con la lettera delle disposizioni di legge statuali ed affinché vengano revocati e riesaminati tutti i provvedimenti amministrativi illegittimi e contra legem assunti in materia”.
“Da oggi i Comuni hanno lo strumento per difendere i cittadini da questa ingiustizia”, afferma il Coordinamento. “Se l’inerzia perdurerà, dopo i novanta giorni ci mobiliteremo affinché i calabresi trovino soluzioni da liberi cittadini”.
Coordinamento Calabrese Acqua Pubblica “Bruno Arcuri”
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