Abbiamo assistito, negli
ultimi giorni di fine anno, all’ennesimo carosello politico che ha visto
alternarsi destra e sinistra sul futuro della Lamezia Multiservizi SpA, sulle
sue responsabilità amministrative, sui suoi ritardi circa l’applicazione
dell’esito referendario. Proviamo a mettere ordine sullo stato della lotta per
la ripubblicizzazione del Servizio Idrico Integrato in città e nel resto della
Regione.
Come al solito è
sempre molto semplice provare ad appropriarsi di vittorie altrui. Vittorie che,
lo volgiamo ricordare, sono state l’emblema di una vertenzialità dal basso
portata avanti da diverse centinaia di forze sociali che hanno fatto della
democrazia partecipativa e della difesa dei beni comuni, il proprio vessillo;
non certamente quella della xenofobia, del razzismo e della reazione che
contraddistingue certe forze politiche.
Tralasciando il
piccolo teatrino cittadino tra forze politiche, è innegabile che restano in
piedi alcune grandi questioni che a nostro avviso possono essere affrontate e
risolte se si guarda al bene collettivo di una comunità.
Lasciare, ad
esempio, all’asciutto e per diversi giorni, un intero quartiere come Sambiase
non è certamente piacevole. Quello delle condotte obsolete è un problema che da
sempre abbiamo denunciato. Questa attacco però va indirizzato, come abbiamo
sempre fatto a livello regionale, al soggetto direttamente responsabile di tale
scarsa (o nulla) manutenzione ordinaria e straordinaria, cioè la Sorical SpA.
Perché nella sua amministrazione ricadono le condotte che hanno subito
ripetutamente dei danni.
Non spetta certo a
noi difendere una Società per Azioni, quale la Lamezia Multiservizi; chi ci ha
seguito nelle nostre vertenze ed iniziative pubbliche sa che come promotori del
referendum del 2011 siamo per una gestione
interamente pubblica e partecipata, perché siamo convinti che l’unico modo
per bloccare inefficienze e processi di burocratizzazione sia la gestione diretta
e partecipata dei lavoratori e degli abitanti di Lamezia Terme tramite la messa
in campo di processi partecipativi concreti. Questo perché l’acqua ed i beni
comuni devono stare fuori dal mercato.
Non ci convince poi
l’uso strumentale di una nostra sofferta ma importante vittoria, quella della
modifica della statuto comunale che all’art.
3 comma “e” introduce un elemento di salvaguardia del bene acqua affermando
che “la proprietà e la gestione del servizio idrico devono
essere pubbliche e improntate a criteri di equità, solidarietà (anche in
rapporto alle generazioni future) e rispetto degli equilibri ecologici”.
Questo articolo può sembrare ovvio e scontato ma
ha messo al riparo da possibili e futuri tentativi di privatizzare
(ulteriormente) il servizio idrico in città e garantisce l’accesso al minimo
vitale per tutti i cittadini.
Ciò non toglie però che l’acqua va pagata
individuando “chi, come ed in che misura” e salvaguardando le fasce
popolare e meno abbienti. Ad ogni modo, questo elemento se pur fondamentale non
ha però mutato l’indirizzo privatistico della Multiservizi che resta appunto,
pur sempre una Società per Azioni quindi assoggettata al diritto privato.
Un ulteriore problema, questo, che ha portato il
Comitato Lametino Acqua Pubblica ad una lunga e difficile vertenza contro il
comune di Lamezia Terme e che ha avuto come frutto l’apertura di un Tavolo
Tecnico per la creazione di una azienda Speciale di diritto pubblico.
A tal riguardo anche durante l’incontro tenutosi
lo scorso 27 ottobre tra Comitato, Amministrazione Comunale e direzione
Multiservizi abbiamo rimarcato l’importanza di riprendere e sostenere il lavoro
del Tavolo Tecnico per la ripubblicizzazione del Servizio Idrico Integrato.
Il
Sindaco e l’Assessore hanno dichiarata la loro disponibilità immediata a
proseguire con il Tavolo. Il sindaco stesso ha dichiarato di mettersi subito in
contatto con il proprio ufficio legale per riprendere il filo della discussione
interna e reperire tutta la documentazione necessaria. Lo stesso Presidente
della Multiservizi durante tale incontro ha comunicato che non è intenzione
della Direzione aziendale e dell'Amministrazione inserire soci privati nella
Spa a totale capitale pubblico. Tutto questo ci fa ben sperare in una
conclusione dell’iter di creazione dell’Azienda Speciale Pubblica entro il
2016.
Noi
dal canto nostro continueremo a proporre iniziative di discussione e
mobilitazione cittadina per informare i lametini sullo stato dell’arte e sui
tentativi locali, regionali e nazionali di attacco ai beni comuni, in primis l’acqua,
perché il nostro sederci ad un tavolo non è un voler trovare forme di
“mediazione” con la controparte ma è frutto di una vertenzialità diffusa sul
territorio che non fa sconti a nessuno perché il nostro obiettivo è e rimane la
ripubblicizzazione in chiave partecipativa del servizio Idrico.
E’
innegabile poi che il percorso di ripubblicizzazione cittadino sarà fortemente
influenzato dalla nostra capacità di bloccare i tentativi del Governo Renzi e del
presidente Oliverio di privatizzazione e dismissione delle partecipate. Perché da
un versante - quello nazionale - si vuole rendere inefficace l’esito
referendario promuovendo e sostenendo processi di privatizzazione ed
accorpamento (vedi Sblocca Italia, DDL Madia e Patto di Stabilità) mentre sull’altro
versante – quello regionale - la strategia di medio lungo termine è quella di
rimettere in piedi il carrozzone Sorical con tutti i suoi interessi
“particolari”.
A tal riguardo rimandiamo ad un dettagliato documento (http://www.abccalabria.org/11566-2/)
che pur se si riferisce ad un’altra importante vertenza territoriale, quella di
Cotronei, riporta puntualmente lo stato dell’arte sial sul piano nazionale che
regionale rispetto ai processi di ripubblicizzazione.
La lotta continua.
Si scrive acqua, si legge democrazia!
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